La guerra alla plastica, in particolare al packaging in plastica, non conosce sosta. Non c’è giorno in cui i mezzi di comunicazione non mostrino i danni che provoca e ci mettano in guardia dall’uso invocandone l’eliminazione.
Ci sono però numerose voci fuori dal coro e, cosa importante, molte di queste voci sono di scienziati indipendenti che nulla hanno da guadagnare dal sostegno o dall’attacco alla plastica.
Parliamo per esempio della professoressa Kim Ragaert, ordinario all’Università di Mastricht.
La plastica, dice Ragaert, è vittima del suo successo, è leggera, forte, versatile ed economica per questo è ampiamente utilizzata. “Un sacco di cose usa e getta sono fatte di plastica, quindi siamo arrivati a vederla come ‘spazzatura’. L’inquinamento da plastica è anche molto visibile. Per non parlare delle storie negative che girano nei media, le microplastiche che colpiscono la nostra salute e simili, anche se ancora ci sono poche prove scientifiche a sostegno”.
La professoressa Ragaert è contraria alla direttiva europea che ha vietato la plastica monouso.
“Questo dà alla gente la ‘licenza di sporcare, implicando che si possono usare alternative come le cannucce di bambù o le tazze da minestra biodegradabili una volta e poi buttarle via. In questo modo non vengono riciclate e finiamo per inquinare ancora di più l’ambiente.”
Parliamo per esempio della professoressa Kim Ragaert, ordinario all’Università di Mastricht.
La plastica, dice Ragaert, è vittima del suo successo, è leggera, forte, versatile ed economica per questo è ampiamente utilizzata. “Un sacco di cose usa e getta sono fatte di plastica, quindi siamo arrivati a vederla come ‘spazzatura’. L’inquinamento da plastica è anche molto visibile. Per non parlare delle storie negative che girano nei media, le microplastiche che colpiscono la nostra salute e simili, anche se ancora ci sono poche prove scientifiche a sostegno”.
Secondo questa scienziata sostituire la plastica con altri materiali, vetro, carta o alluminio non solo non porterebbe alcun beneficio all’ambiente, ma lo peggiorerebbe.
Sostiene sempre Ragaert: “I consumatori devono sapere che la plastica è un materiale prezioso, che possiamo davvero farci qualcosa se la riutilizziamo correttamente” auspicando quindi un cambio di mentalità e di atteggiamento verso la plastica e un più forte impegno per il riciclo.
Ancora più radicale è la posizione dello scienziato americano Chris DeArmitt che nel suo libro “The Plastics Paradox” mette in discussione molte delle credenze sulla plastica. DeArmitt sostiene, dati alla mano, che la plastica è un materiale più sostenibile di altri che godono di una migliore fama.
L’obiettivo che DeArmitt si propone con la scrittura del suo libro è quello di promuovere una informazione corretta basata su dati scientifici che faccia coincidere la sostenibilità percepita con quella reale.