In occasione della recente mostra Tuttofood, la Coldiretti ha espresso una grande preoccupazione circa le proposte di regolamentazione presentate dalla Commissione Europea (PPWR, Packaging and Packaging Waste Regulations): “Il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi rischia di cancellare dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete ma anche le bottiglie magnum di vino con un effetto dirompente sulle abitudini di consumo degli italiani e sui bilanci delle aziende agroalimentari”.
Lo stesso tema è stato recentemente dibattuto in occasione della fiera Macfrut durante la tavola rotonda cui hanno partecipato tutti i protagonisti della filiera ortofrutticola: dai produttori di ortofrutta, ai distributori, dai ricercatori ai docenti di scienza alimentare, dai rappresentanti della grande distribuzione ai politici, dalle istituzioni al consorzio dei riciclatori. Tutti gli attori. della filiera hanno espresso univocamente la stessa posizione: le misure proposte dalla Commissione Europea non sono efficaci rispetto all’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e penalizzano fortemente l’Italia.
Imballaggio riutilizzabile versus monouso: vince il monouso
Le argomentazioni sono numerose: l’eliminazione degli imballaggi per ortofrutta aumenterebbe lo spreco alimentare e relativo impatto ambientale e problemi di gestione e distribuzione di frutta e verdura lungo tutta la filiera fino al consumatore finale. La riduzione degli imballaggi monouso nel settore HORECA a favore di contenitori riutilizzabili può risultare sconveniente in termini organizzativi, di tempo e comodità per non parlare dei problemi igienici e di sicurezza alimentare che ciò comporterebbe. Uno studio pubblicato dalla società di consulenza Kerney boccia la soluzione di imballaggi riutilizzabili per la ristorazione commerciale poiché questi avrebbero un effetto negativo sull’ambiente dovuto al consumo energetico e idrico per i lavaggi (argomento particolarmente sensibile alla luce dell’incalzante siccità), all’emissione di gas serra e all’impatto negativo sull’esperienza dei consumatori con un aumento dei rischi per la sicurezza alimentare.
I molti valori dell’imballaggio in plastica
Le proposte europee non sembrano tenere conto dei valori dell’imballaggio, in particolare di quello in plastica che assolve numerosi compiti di protezione, conservazione, igiene, facilità dei trasporti. Grazie all’imballaggio le famiglie non sono più costrette alla spesa quotidiana di prodotti sfusi che sono soggetti a un rapido deterioramento. Infatti uno dei vantaggi importanti dell’imballaggio è il contrasto allo spreco alimentare che impatta negativamente su ambiente ed economia.
La maggior parte degli imballaggi è prodotta con plastica riciclata
Le proposte UE danneggiano l’Italia per molti motivi uno dei quali è rappresentato dai grandi progressi che il nostro Paese ha fatto nel campo del riciclo. L’Italia è un leader in Europa per la quantità di imballaggi in plastica avviati a riciclo (nel 2021 sono stati riciclati oltre 722mila tonnellate di imballaggi in plastica con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente) e dell’utilizzo di materia plastica riciclata per produrre bottiglie, vaschette e imballaggi in genere, che in questi anni ha registrato una crescita rapidissima. Il 20% di tutti gli oggetti in plastica realizzati in Italia è prodotto con materia riciclata e questa componente è assai più rilevante quando si parla di imballaggi in PET per ortofrutta che ne contengono mediamente il 70%. Penalizzare l’industria del riciclo risulta inoltre contradditorio rispetto agli obiettivi di circolarità posti dalla stessa Unione Europea.
