È ormai risaputo che gli imballaggi in plastica prolungano la vita dei prodotti, riducendo in questo modo lo spreco alimentare. Nonostante non se ne parli molto, se non in occasione della giornata mondiale dedicata il 5 febbraio, lo spreco alimentare ha un impatto estremamente negativo sull’ambiente.
Secondo il rapporto ISPRA lo spreco alimentare causa emissioni di gas-serra per circa 3,3 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (CO2), pari a circa il 7% delle emissioni mondiali totali di CO2. E non è tutto, la nostra scarsa consapevolezza dell’entità degli sprechi che produciamo e del loro impatto economico e ambientale è testimoniata da un dato molto grave: circa il 30% del cibo prodotto nel mondo viene sprecato.
La FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ha valutato che, nel mondo vengono sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti per un valore di 1000 miliardi di dollari all’anno. Dunque un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo umano viene gettato via! Nel nostro paese sprechiamo circa 15 miliardi di euro di cui quattro quinti sono rappresentati dallo spreco domestico, a cui si aggiunge quello che si deteriora alla produzione e nelle fasi di logistica.
Il packaging in plastica prolunga la vita degli alimenti
Butto o non butto? Acquisto il cibo imballato, ma anche dove butto il packaging, sono domande cui dovremmo porre molta attenzione se vogliamo concorrere a salvaguardare il nostro pianeta già afflitto da mille problemi. Se gli imballaggi in plastica vengono correttamente conferiti nella raccolta differenziata sappiamo che vengono avviati al riciclo e a un successivo riutilizzo. Inoltre il packaging, che spesso riporta la data di scadenza del prodotto contenuto, ci ricorda che entro quel tempo questo deve essere consumato (la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il…” indica la data fino alla quale il prodotto conserva le sue qualità specifiche). Il packaging in plastica è dunque uno strumento prezioso per prolungare la vista degli alimenti più di ogni altra soluzione e per contenere lo spreco alimentare.
A questo proposito è estremante interessante la tabella estratta da una ricerca condotta da FPA sull’effetto che gli imballaggi esercitano sull’estensione della vita dei prodotti.
Questa misura non solo vieterà prodotti che possono già essere trattati dopo l’uso, come le buste di plastica per la spesa, ma rischia anche di avere ripercussioni dannose per l’economia canadese.(3) Favorendo l’adozione di una normativa così restrittiva, il governo sta assumendo una posizione che va contro le innovazioni attuali e future dell’industria.
Acquisire maggiore consapevolezza delle nostre scelte e dei nostri comportamenti può contribuire a contenere i danni economici, sociali e ambientali che lo spreco alimentare comporta.
Basti pensare che con il cibo buttato via potremmo sfamare l’11 per cento della popolazione mondiale, ciò equivale a sfamare per 4 volte le 800 milioni di persone sul pianeta che soffrono la fame. E che il solo cibo sprecato in Europa basterebbe a nutrire 200 milioni di persone. E che in Europa sprechiamo circa 15 volte il cibo sprecato in Africa.
