Il valore del rPET negli imballaggi ortofrutticoli: i risultati dello studio DISAFA per Pro Food
Pro Food ha incaricato il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino (DISAFA) di condurre un’analisi approfondita sulle prestazioni ambientali e funzionali degli imballaggi utilizzati per quattro prodotti ortofrutticoli freschi: fragole, pomodorini ciliegini, pesche nettarine e uva senza semi. Lo studio ha confrontato due tipologie di confezionamento, vaschette in rPET riciclato e vaschette in cartoncino, applicando la metodologia Life Cycle Assessment e affiancandola a un test comparativo di shelf-life, per valutare sia gli impatti ambientali sia la capacità dei materiali di preservare la qualità del prodotto ed evitare lo spreco alimentare.
La metodologia LCA ha analizzato l’intero ciclo di vita del prodotto confezionato, dalla fase vivaistica fino al supermercato. Parallelamente sono stati simulati scenari realistici di conservazione e distribuzione del prodotto fresco per verificare la capacità dei due packaging presi in esame di proteggere la frutta lungo la filiera.
Ciò che emerge con maggiore evidenza dai risultati è la superiorità delle vaschette in rPET nella tutela della qualità del prodotto. Tendenzialmente, ma soprattutto per i pomodorini e le fragole, il rPET ha garantito una migliore conservazione, riducendo la perdita di peso, il deterioramento della consistenza e gli scarti legati al decadimento fisiologico. Questo effetto si traduce in un dato molto rilevante: minori sprechi alimentari rispetto al cartoncino che ha evidenziato una minore capacità di protezione durante le fasi critiche della distribuzione e della permanenza in ambiente refrigerato. La shelf-life più stabile del rPET non solo migliora l’esperienza del consumatore, ma riduce l’impatto ambientale associato allo spreco di cibo, un aspetto spesso trascurato ma determinante nel bilancio complessivo di sostenibilità.
L’analisi LCA ha poi confermato la tendenza osservata nella prova di conservazione. Dal confronto tra i due materiali emerge che gli imballaggi in cartoncino presentano impatti ambientali più elevati, in particolare per quanto riguarda l’uso del suolo, fortemente influenzato dai processi di produzione della carta stessa. Le differenze in termini di emissioni climalteranti e consumo idrico risultano meno marcate, ma complessivamente il rPET riciclato mostra un profilo ambientale più favorevole nella maggior parte degli indicatori valutati. Lo studio ricorda inoltre che, qualunque sia il packaging adottato, la fase agricola rimane quella che incide maggiormente sugli impatti ambientali complessivi. Ciò sottolinea l’importanza di analisi contestualizzate e di interventi mirati sull’intera filiera, ma al tempo stesso valorizza il contributo che una scelta di imballaggio più performante può offrire all’equilibrio generale del sistema.
Nel complesso, il lavoro del DISAFA fornisce un’evidenza chiara: il rPET riciclato risulta una scelta più sostenibile e più efficace nella protezione dei prodotti freschi, con ricadute positive sia in termini ambientali sia in termini di riduzione degli sprechi. Un risultato che conferma il ruolo strategico di questo tipo di packaging non solo come elemento funzionale, ma come leva concreta per migliorare la sostenibilità dell’intera filiera ortofrutticola.